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che il re suo patre infra quatro giorni, per bisogno del Stato, retornarebbe a Londra; e, questa partita sapendo lui, potrebbe ve* nire la seguente nocte in la corte, drieto la regale abitazione, presso la scala, dove ella sarebbe in abito di serva, e seco, dove gli piacesse, andarebbe. Dato questo ordine e impignatose la fede. Filoconio se parti, quanto pensare se possa, da lei contento, e al novo giorno, essendo oggimai tempo, finxe partire. E il re, facendoli compagnia fin fuori del borgo de l’abbazia, nominato Celle in Croce (dove di marmo è fabricato una bellissima croce, in memoria che la regina de Inghilterra vintequatro aldrimani de Londra, cioè vintequatro senatori antiqui, per loro inobedienzia fece decapitare), se ne tornò adrieto. E Filoconio, cavalcando fin dove vòlse, comandò a tutta la sua compagnia, excepto Lesbio, che cavalcasseno a Roma e ivi l’aspettasseno, dato denari a ciascun de loro per il vivere de un anno e comandatoli che non dovesseno dire ad alcuno che fosseno de sua famiglia. Or, costoro cavalcando. Filoconio e Lesbio, spogliatosi li panni cipriani, se vestirono de abito rusticale, che parato aveano, e cautamente su la sera arivarono a l’abbazia e andarono ad un altro ospizio ad alogiarc; e, ivi senza dimostrarsi stato duo giorni, el re se parti e andossene a Londra. La quale cosa inteso Filoconio. la sequente nocte del giorno ch’el re s’era partito, come ordinato avea, andò a la corte dal canto de drieto; e, come giunse. Eugenia, che alla venuta de Filoconio vigilante dimorava, ingannando le sue camaricre, usci, vestita in abito di serva, de la camera e discese le regali scale, e senza induxia, aiutata da Lesbio, montò in groppa del cavallo di Filoconio. E, cavalcando via cum gran celeritá verso il mare, capitorono in una foresta le’ re, nominata la foresta de Granoizze, dove epso ha uno bellissimo parco, pieno de vari animali quadrupedi, distante da Londra forsi cinque miglia. E, questo parco passato, entrarono in un’altra magiore foresta ivi contigua. Ne la quale cavalcando, Eugenia assalita da grave sonno, perché la nocte prima e il giorno e la nocte sequente senza dormire avea cavalcato, fu opportuno a Filoconio levarla da cavallo e porla in terra a