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giovane sopradetto, come per offerirmisi l’occasione. Ora vi riscrivo per il presente cavaliere, e scrivendovi, vi saluto e, salutandovi, mi rallegro e di scriver e di salutare una persona non pur degna e valorosa ne la oppenione mia, ma valorosa e degna ne la certezza di tutto il mondo. E clic sia il vero, la Maestá cristianissima, mossa da si fatta cagione, vi ha collocato tra le cime dei suoi alti favori. Benché, nel processo del tempo, ascenderete talmente, che le virtú vostre, piene di senno e di fede, potranno gloriarsi dei loro propri sudori. Intanto voi sarete contento di accarezzare il signor Francesco Ferrieri, cortese apportator di questa, secondo ch’io desidero di servirvi, peroché egli è parte del mio spirito. Io non ho detto «tutto», pcroché voi séte il resto. Di Vinezia, il 25 d’agosto 1541.

DCXIX

A MONSIGNOR DI LANGE

Gli si professa devoto ammiratore. Avendo il gran nome vostro amistade publica con le orecchie di ognuno, è da credere che egli sia noto ancora a me, che non laudo i principi per paura, né gli biasimo per audacia; anzi, esseguendo con i rigori del vero ciò che mi propone la virtú o il vizio, coloro essalto e quegli dispregio, che si debbono senza alcun rispetto ed essaltare e ispregiare. Certamente il grido de la fama che vi divulga, penetrando oltre ne la mia anima, ve l’ha fatta serva; conciosiaché egli è si grande e si alto, che si fa sentire non pur da chi tiene qualche spirilo di ragionevole esperienza, ma lino a quegli che ignorano le condizioni de le gloriose memorie. Per la qual cosa il mondo vi riverisce non secondo che séte degno che vi riverisca, ma in quanto si estende in lui l’atto del potervi riverire; e, mentre le sacre virtú di voi attendono a sostenersi l’una con l’altra, come si