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virtú e dei suoi spiriti a la cagion di ciò, mi astrae in modo da me medesimo, che, se non fusse la frequenza del respirare, parrei piú tosto statua di marmo che figura di carne. Ma chi non si smarrisse ne lo istupore, che esce dal sentirsi amare e riverire da voi, che séte preclaro obietto di riverenza e d’amore, non participaria punto di quella ragione, che distingue l’umano de le creature dal bestiai de le fère. E, con tutto questo, non è da dire, se ben le amicizie non si possono istabilire altrimenti, che la ferma amistá di noi due derivi o da simigliante posizion di cieli o da uguale profession di studi o da efficace conformitá di complessioni; conciosiaché voi mi avanzate talmente e di nobiltá di natura e di varietá di dottrina e di largita d’influenza, che bisogna attribuire quel tanto, che dite ch’io sono, a la sola mercé de la bontá che vi regge. Ed è certo che, si come il lume del sole è propria sustanzia sua, cosi il parervi ch’io sia tale è vero alimento del nome mio; onde la materia non appetisce tanto le forme di cui ella è priva, quanto per me si desidera il poter remunerarvene con gli effetti de le gratitudini dovute. Ma, poiché non tengo grado da farlo, andrò ricogliendo le reliquie di quei pensieri, che mi ha con piú modestia conquassali la sorte che Cupido, e, riunitigli insieme, gli essercitarò non pur ne la considerazione de lo ingegno, del consiglio e de lo intelletto, che in prò degli uomini vi diede Iddio, ma ne la meditazione di quei costumi, di quelle cortesie e di quelle gentilezze, con cui rapite le volontadi capaci dei vostri meriti ad adorarvi ne la maniera che vi adoro io, che mi ammiro come voi, uomo degno, degnate di adimandare me, persona indegnissima, che cosa ho composto, che opra compongo e che libro comporrò, lodando in me la fertilitá di quel fare, che giá comincia a diventare isterile; e ciò, causa la protezzione che ne pigliano le censure de lo istesso giudizio, le cui mende non sono meno ritrose inverso gli andari de le carte che per me si notano, che si sieno severi i gastighi dei zíi contra le trascuraggini dei nipoti che essi custodiscono. E quel che piú mi preme è ch’io sono in un disviamento di fantasia cosi fatto, che, nel