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DCCLXVIII

AL SIGNOR POLINO

Ringrazia del dono d’una catena. Il cavalier Rota, giovane di chiara espettazione, mi ha, secondo l’ordine del vostro costume splendido, dato la catena. Onde ben si vede che piú vi è a core la virtú che la facultá e che piú stimate il sovvenire altrui che il commodo proprio. Imperoché giudicate la fama e la gloria del concedere i doni somma e immensa, poiché nel ricevergli è tanto onore e tanta laude. Ma, da che pur si trova uno uomo de la sorte ch’io cercavo, non vo’ piú dire che tristo par chi è buono. Di Vinezia, il 9 d’agosto 1542.

DCCLXIX

A LA SIGNORA CAMILLA GONZAGA DE ROSSI

Straordinarie le maniche ricamate inviategli in dono dalla Gonzaga; cui augura perenne bellezza, vita lunga e prospera e la consolazione di vedere ascendere ai piú alti onori il marito e i figliuoli. Nel degnarsi il conte Piermaria, splendore d’Italia e consorte vostro, di venirmi a vedere, ecco che un dei suoi mi porge la scatola, che mi mandate da Mantoa, con le maniche dentro. Il qual dono mi è tanto piacciuto quanto gli è bello. Né credo che il piú ricco lavoro né il piú leggiadro sia stato mai visto da che costi fu trovata la invenzione di cotali opere; onde si può credere che mi sia sommamente caro. Benché chi vói dargli tutte le lodi che se gli possono attribuire, dicasi: — Egli viene dal tal luogo; — imperoché da voi, unico essempio