Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/221

DCCXLVII

A MESSER PAOLO CRIVELLO

Nel pregare il Crivello di inviargli sollecitamente il suggello commessogli, ne vanta l’abiliti come poeta, come pittore, come conoscitore di gemme e perfino come interpetre dei libri santi. Poiché cotanto vi deiettate in compiacermi, so che non vi rincrescerá in far si che il mio suggello si abbia tosto ; conciosiacosaché un giorno spero ristorarvi di questa e d’ogni altra fatica. Certo che lo tengo forte in animo, avenga che non ho conosciuto persona che vi pareggi punto ne l’amorevolezza, che di continuo dimostrate non solo a me, ma a qualunche si vada ornato di qualche spirito d’ingegno. E, mentre nutrite il gusto vago del bellissimo vostro intelletto dei dolci frutti de la poesia, date materia ad altrui di cogliere di quei rari che produce il culto arbore de lo stile di voi ; onde in cotal conto ritraete da altri la lode che ad altri largite. Intanto penetrate col giudizio nel profondo disegno de la pittura, e di tale arte sete si capace, che piú non si può essere. Né si ferma ivi lo intendimento che vi intcrticne il pensiero, imperoché, rivolto a le varie spezie de le gioie, quelle pregia si rettamente, che ne resta contento il piu e il meno. Né so qual teologo distenda meglio eli voi i sensi de le Scritture sacre. E perciò è da dire che sete giovane ripieno di virtú senile.

Di Vinezia, il 21 di luglio 1542.