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DCCXXIV

A MESSER FILIPPO D’ASTI Congratulazioni per la vittoria riportata da rnesser Filippo, buon giurista e buon filosofo, in una sua lite a Brescia Saluta Girolamo Martinengo. L’allegrezza da me presa ne lo intendere con quale onore e con quanta lode Vostra Eccellenza riporta a Brescia la vittoria de la lite, è stila simile a la letizia che ne avete presa voi; imperoché lo amico regna nel cor de lo amico, onde le passioni che premono l’uno premono l’altro. Certo che io me ne son rallegrato nel modo ch’io dico, e. rallegrandomene, ho ripreso cotal mia tenerezza, peroché non mi doveva esser nuovo che voi, che séte atto a trionfar del torto, riportiate la palma de la ragione. Ma è pur grande l’obligo che tenete coi cieli, da che, oltre Tesser voi illustre ne la professione de le civili leggi, non trovate pari ne lo studio de le filosofie né simile nei sensi de le sacre lettre. E io, per me, comparo il fermo, lo intero e il capace spirito vostro a quel componimento sodo, schietto, sufficiente, chiamato «dorico» da la perizia de l’architettura. Il debile, il vano e lo inutile non si mescola con lo ingegno, che d’ora in ora, anzi di punto in punto, vi partorisce quegli alti, chiari e veri concetti, che, ignudi, puri e casti, vi escono de la anima cristianamente religiosa e religiosamente cristiana; onde chi vi ascolta, piglia da voi qualitá di bontade e di virtú. Si che, in quanto al dovere io rimaner senza il continuo comerzio vostro, quasi che non vorrei che vi foste si tosto sbrigato dal letigio, conciosiaché non potrò conservarmi ne la memoria le cose che mi avete insegnato, né imparar quello che ve ne portate a la patria. Ne la qual giunto che sarete, degnatevi di far riverenza al signor Girolamo Martinengo invece di me, che lo riverisco con uno affetto di core inviolabile.

Di Vinezia, il 27 di giugno 1542.