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DCCXVIII

A MADONNA F1DENZIA SPINA Le è assai grato della stima che ha per lui. Per esser natura d’uno animo veramente gentile il portare afTezzione a le virtude, voglio piti tosto ringraziarvi di quella che portate a la mia che maravigliarmene. È ben vero che, si come io forse mi inganno nel parermi d’averla, cosi voi per aventura potreste ingannarvi ne lo stimar ch’io l’avesse. Benché vi son tenuto, essendo cosi fatto; e, non essendo tale, sovvi obligato, imperoché mi date reputazione in una parte con il pensarvelo, e nc l’altra credito, col farne testimonio. Ma che maraviglia se una donna nobile per sangue, reale per natura e signorile per creanza reverisce gli uomini che lo meritano o per la fama o per il desiderio o per l’opere?

Di Vinezia, il 21 di giugno 1542.

DCCXIX

A MESSER FRANCESCO

E A MESSER GIAMBATTISTA DA LA STUFA

A loro due, che son due corpi con un’anima sola, sente il dovere di manifestare tutta la sua gratitudine e di tributare le piú ampie lodi. Avendo io eguale obligo con gli uffizi e con la affezzionc, che voi due gentiluomini per me tuttavia fate e a me sempre dimostrate, non mi è parso di dividere le grazie che ve ne debbo rendere. Non che non mi è paruto disepararle l’una da l’altra, avenga che l’tinion vostra ricerca cose unite, ed, essendo voi tutt’uno, si dee riguardarvi come un suggetto medesimo. Certo che non fúr mai fratelli stretti con uno istesso nodo di