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DCXLII

AL PIGNA

Eccellenti i finocchi ferraresi, che ha gustati insieme con Tiziano e col Sausovino. Attende ora la seconda spedizione promessa. Perch’io so che non séte principe, onde vi aviate a dimenticare di osservar le cose non pur in processo di giorni, ma in quel che le promettete, credo che vi sia in memoria come, nel mandarmi il gran vaso pieno di finocchi ferraresi, diceste: — Mangiagli presto cogli amici, peroché io te ne serbo degli altri. — Ed, essendo cosi, ecco che Tiziano, il Sansovino e io, doppo il godere dei primi, aspettiamo lo sguazzar dei secondi con poco minore ansia di quella che hanno i cardinali circa il papa, la cui vita, per fargli disperare, va stiracchiando il tempo, a uso di lasagne distese nei lor graticci con sotigliezza trasparente. Ora attendete a mantenervi in sanitá per via de la solita céra buona.

Di Vinezia, il n di novembre 1541.

DCXLIII

A MONSIGNOR DA LA BARBA

Gode che sia stata riconosciuta l’innocenza di Mario Podiano. Si augura che la foltezza fatta costruire a Perugia da Paolo terzo faccia porre senno ai perugini. Da che per virtú de la prestanzia vostra la innocenzia di messer Mario si ritorna a la patria, essendo ciò non meno di mia sodisfazzionc che di sua contentezza, mi è forza di congratularmene con la intercessione de la carta di voi, che, in gloria de la bontá che vi illustra, avete oprato si, che Perugia trae il fine de la consolazione dal caso del proprio infortunio. Ma chi avria mai pensato che la servitú, dove la pose il comune