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vedrá che verun male v’ha fatto il lasciar Fiorenza, verun danno l’andare errando, verun torto la persecuzione de lo influsso. Qual prestanza, quale esperienza pareggia ormai il valere e il sapere del peregrinar vostro? Voi, conversando con nature strane, accomodandovi a costumi nuovi e a osservare leggi varie, vi scordate di quel che Iddio ha voluto, patite quel che Iddio vòle e spettate quel che Iddio vorrá. E, sendo differenzia dal volere al credere, dite ciò che vorreste e tacete ciò che credete, fuggendo le adulazioni dei consigli, perché la lor sazietá è parasita de l’avarizia, adattando nei vostri propositi le chimere dei disegni, le vanitá de le profezie e le promessioni de le novitá, sogni del desiderio, il quale persuade a se stesso il verificarsi de le menzogne. Ma, tornando a la patria, dico che i suoi beni non sono si soavi come paiono. Ed è certo che la libertá del luogo dove si nasce è servitú di chi brama farcisi maggiore. La patria è rabbia di chi ci può meno e rovina di chi ci comanda piú. La patria è matrigna de la severitá e bália de l’odio, ed è ingiuriosa a quegli che piú servigi gli fanno; e, dannando spesso la sentenza dei giusti, loda il giudicio dei rei: onde il grado suo è simile a l’essere d’amore, il quale dá mille cordogli per una allegrezza. Insomma solo colui participa de la sua grazia e de la sua affezzione, che le vive lontano. Si che non dispregiamo 1 ’essilio, da che egli, scovando la pigrizia di quello e di questo, sforza questo e quello a schifare le sue maladizioni, le sue invidie, i suoi scorni e le sue fatiche. Pertutto scalda il sole, pertutto imbianca la luna, pertutto splendono le stelle, e quella è vera patria, che veramente ci accoglie. Piglino essempio dagli uccelli quegli che si dolgono de la perdita de la facultá, la industria dei quali tenta di rifare altrove i nidi che se gli disfanno. Le ghiande e l’acqua fur le prime solennitá dei convitti de la natura; e, agiugnendoci altri il pane, non è assai? Io risolvo che il cedere a la ostinazion de le sorti ne la maniera che gli cedete voi, è degnitá de la previdenza umana, benché il frutto de la speranza, che vi fa tale, consiste ne la fermezza del perseverare.

Di Venezia, il 13 di luglio 1538.