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medesimo. Benché mi reputo ciò a piú riputazione che non si reputa messer Taddeo de Fano il venire a fornir di imparare il mestier del soldato ne la vostra perfetta scuola. Certo, se il giovane generoso, ch’io dico, non fusse conosciuto per ottimo soldato in ogni campo e da ciascun capitano, vi direi, oltra l’esser stato creatura del gran Giovanni de’ Medici, idolo nostro, la riverenzia che vi ha da padrone e l’amor ch’io gli porto da padre ; onde sareste sforzato ad averlo caro, come è di vostro costume e come io desidero. Ma non ne favello, peroché, nel cercar la vostra ombra, gli basta lo essere uomo da bene ne la maniera che si sa che egli è. E sappiate che io mi ritengo di contarvi la nobilita de la sua modestia, peroché in acquistar la grazia vostra non ha bisogno de le mie parole. Insomma egli è tanto degno di servire a la Signoria Vostra quanto Vostra Signoria è degna di comandargli. Or, nel basciarvi la faccia con la solita affezzione, vi supplico, caso che vi venga a proposito, di raccomandarmi al capitan San Piero, splendore de la valorositá Corsica.

Di Vinezia, il 9 di novembre 1540.

DXLIII

A MESSER GIUSTINIAN NELLI

Fisico illustre. È dolente della sorte di Perugia, pur gioiendo che il Nelli si sia salvato dalla burrasca. E felicissimo sará poi di riabbracciarlo. Io cominciava, per esser stato alcuni di senza aviso del vostro essere, ad averne gelosia, peroché gli accidenti del mondo son piú pronti nei pregiudizi umani che le tentazioni dei peccati in quegli de l’anime. Ma la lettra, che di vostro mi è suta portata dal parente di voi, mi ha renduto in pace l’animo, nel quale vi tenni, tengo e terrò sempre. Né vi crediate che io, che pur