Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/262

vostra benignitá che mi visitasse in suo nome, è suta eguale; peroché io mi sono tanto vergognato nel vedere fare a voi quel che si appartiene di essequire a me, quanto rallegrato di udire in che modo io ancor abito ne la vostra memoria. Certo che egli mi è debito non solo di riverirvi tuttavia con la imagine de le lettere, ma di bene spesso transferirmivi inanzi con il vivo de la presenza. Benché il core, nel qual vi tengo, supplisce, col sempre pensar de la bontá, de la gentilezza e de la generositá di voi, al mancamento d’ogni mia pigrizia. Onde vi giuro, per quello amore isviscerato che il vostro merito ha contratto con seco, che mi regnate ne Tanima non altrimenti che si regnino in lei le virtú del suo eterno spirito. Onde forse un giorno il voler di Dio mi dará grazia di mostrarvelo con piú d’una penna. Intanto perseveri il vostro cortese animo in conservarmi ne la solita benivolenzia, né vi rincresca di salutarmi la eleganzia dei costumi e lo essempio de l’onestá. Io parlo di madama Adrianetta, sua consorte e mia padrona, 1’ umanitá de la quale si degnerá di accettare il libretto che vi si presenta con lo affetto che io gnele mando. State sano.

Di Vinezia, il 8 di luglio 1540.

DXXVIII

A MESSER ANTONIO CARSIDONI

L’essere stato Tommaso Cromwel, conte di Essex, arrestato sotto l’accusa di eresia e alto tradimento è giusto castigo di Dio, per aver egli tanto perseguitato il cattolicesimo in Inghilterra. Accusa ricezione di dugento scudi donatigli dal re Enrico ottavo. L’orribile accidente di monsignor Cramwello dimostra, signor mio, quanto son piú securi i doni di Dio stabile che quegli de la fortuna mobile. E a me pare che ogni sorte di peccato sia da tolerare agli uomini, eccetto quello che si rivolge nei pregiudizi de la religion di Cristo, e chi non apprezza i suoi