Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/261

DXXVI

A MESSER FRANCESCO RUGGIERI

Si congratula per lo stipendio conferito all’amico dal duca Cosimo de’ Medici. Se il mio merito fussi quel che lo tiene l’amor che voi mi portate, mi potreste aver qualche rispetto; ma, essendo io uom mediocre, devete scrivermi e dispormi non altrimenti che io debbo disporre e scrivere a voi, che séte amico mio, de la terra ch’io sono, virtuoso e cortese. E, avenga che vi paia che vi possa giovare o qui o altrove, mi trovarete pronto a le richieste vostre che sarei negli interessi propri. Intanto mi rallegro de la provisione con cui la generosa Eccellenza de! duca Cosimo vi intertiene lo studio, ed è liberalitá veramente degna de la bontade sua. In cotali cose devrebbono i gran maestri dispensare i denari; ma Iddio vòle che faccino altrimenti, perché eglino sariano quasi simili a lui, se dessino dove bisogna. Or io vi prego che, andando ne la nobilissima corte del nostro comun signore e benefattore, salutate i suoi gentiluomini in mia vece.

Di Vinezia, l’ultimo di maggio 1540.

DXXVII

AL SIGNOR GIROLAMO ROVERO

Assai grato al Rovero del ricordo che serba di lui, lo prega di conservargli la sua benevolenza e di voler presentare a sua moglie, insieme coi saluti, un libretto, che invia. La vergogna da me provata e l’allegrezza per me sentita ne lo intender dal valoroso capitan Migliore Ubaldini con quale affezzione e con quanta caritá gli fu imposto da la veramente