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servitú mia è tenuta a riconoscerlo non altrimenti che se la vendita mi si donasse. E, perché le richieste, che se fanno a la Vostra Serenitá, si posseggono mentre si sperano, il mio animo è tanto certo di adempiere il voto del suo desiderio, che ne bascia la mano illustre a la mansuetudine di lei come di voto adempiuto.

Di Vinezia, il 18 di febraio 1540.

CDXCVI

AL CAVALIER COFFIENZA

Se gli giungerá presto il magnifico letto promessogli dal conte Massimiliano Stampa, renderá immortale con le sue lodi il nome del donatore. Io ricevei l’aviso del letto unico, che il signor conte Massimiano vi scrisse di mandarmi. E, perché io lo desidero grandemente, con gran volontá lo aspetto, e, aspettandolo, paio una donna gravida, la quale non crede mai viver tanto che ella possa mangiar di quelle susine, di quelle mándole o di quelle ciriege, che di continuo le stanno fitte nel gusto de la fantasia. Ma, quando sia che il vostro mezzo adopri si che io l’abbia tosto, ve ne avrò il medesimo obligo che avrebbe una femina pregna a colui che le ponesse in bocca la copia dei frutti bramati, mentre che gnele indugia il lento de la stagione. Io mi credo che gli animi di coloro, che non ponno trarsi le voglie che gli vengono, siano vergati di quei segni che ne le code degli sparvieri stampono le fami patite. E perciò, se la invidia de la sorte mi privasse del bel dono, un cotal segnale apparirebbe in me, come appaiono nei volti dei nomi dei principi avari i fregi datigli da le penne degli scrittori liberi ne la maniera che sono io, che delibero che il prefato letto sia il nido dei miei piú bei pensieri. La mente mia, adescata da la vaghezza de la sua pompa, moverá in modo la generositá de lo stile e de la invenzione datami da la madre natura, che spero dar fama a le carte, in cui debbo spiegare gli onori del leal marchese di Sonzino.

Di Vinezia, il 19 di febraio 1540.