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Quella e non dai preghi altrui né da le mie supplicazioni. Io adunque gli spenderò come si dee spendere dono che venga di si onorato luogo, pregando Iddio che vi serbi al mondo due o tre secoli, perché, al bisogno che egli ha de le vostre virtú, saria breve ogni altro termine di vita.

Di Vinezia, il 15 di novembre 1538.

CDXXI

A LA MARCHESA DI PESCARA

Invia un’opera sacra (forse il Genesi ) e chiede in dono alcuni danari da lei prestatigli. Religiosa e ottima donna, perch’io so che disprezzate il mondo e non la virtú, vi faccio porgere una mia nuova fatica, la quale è sudata, come potete vedere, per il vostro nome ancora. E, se a Dio, che non ha bisogno d’onori, non si accendessero e ardessero lumi e incensi, non averei aperto la bocca ne le vostre lode. E, perché la venerabile duchessa d’Urbino mi fece leggere quanto di me le scrivete, sono obligato a ringraziarvi del conto che fate de le cose ch’io ho fatte. Ma, circa l’interesso dei denari trattimi del core per altri, sono sforzato a chiedervegli in caritá. Ché anco io, che son mendico cristiano e virtuoso, merito le vostre elemosine; avenga che i poveri di Ferrara, che dite, non v’hanno tanto impoverita, che non potiate aiutare uno di quegli che son qui, bastandovi d’aver ricco lo spirito de le grazie di Cristo.

Di Vinezia, il 17 di novembre 1538.