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CCCVII

A MADONNA ANGELA SERENA

Non merita ringraziamenti per le Stanze composte in onore di lei. Giannantonio Serena sembra convertito. Se io, comare, fussi persona che ricercassi lode de le buone opre ch’io faccio, dirci che m’avete ringraziato di quel che non dovevate, e di quel, che forse vi conveniva, non l’avete fatto. Quando sia che vi paia render grazie de le Stanze con le quali hovvi celebrato il nome, rendetele a Dio e a la natura: a Dio, per le vertú che egli v’ha sparse ne l’anima; a la natura, per le bellezze con che ella v’ha ornato il corpo. Dico che di tal mio debito non è onesto che me ne siate tenuta: merito bene un non so che (h, per aver quasi ridutto ne le vie laudabili inesser Gianantonio, vostro marito e mio compare. Ancora che il tempo sia il cozzone che doma i poledri de la gioventú, non è che i ricordi, l’ammonizioni e i rabuflí non raffrenino le furie de le volontá. Io ho fatto seco altre prediche che non fu quella del romito che giorneò in sul pergolo da le ventiquattro ore del giovedí santo fino a le diciotto de l’altro giorno, mescolando con la Passione la novella degli sbalzi, come i peccati de le pompe donnesche stessero nei cufiion d’oro. Piú su sta monna Luna, padre. I diavoli non entrano per le gabbie che elle portano in capo. Basta; ché mi pare averlo convertito in qualche parte. Egli non gioca se non a farina; torna la sera a casa a Pavemaria; non bastemia e non va drieto a le mogli del prossimo; ode la messa e il vespro; non pratica (i) VI/ 3 invece continua cosi : «per rincrescermi che siate congiunta in matrimonio con uno, che, ancora che il tempo sia il cozzone che doma i poledri de la gioventú, k piú tosto da temere che egli sia peggiore, che da sperar che diventi migliore. Iddio lo perdoni a chi ve lo diede e a chi non ve lo toglie !». E, senz’altro, riattacca: «Come si sia, voi fate superba Siena, da la cui cittá traete l’origine», eec.