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22 libro primo

XV

AL CONTE GUIDO RANGONE

Reputerebbe ingiurioso ringraziarlo del dono di certi scudi
e di un saio di raso bianco.

Essendo, signor mio, maggior la felicitá del donare che quella del ricevere, io ho caro fuor di modo che dal presente degli scudi de la impresa e del saio di raso bianco, che mi fate, nasca in voi il sommo grado de la consolazione. Ed è vostra gran ventura che tanto possa la vertú de la cortesia; perché facendo voi l’essercizio de la liberalitá nel donar continuo, continuamente sète felice. Per la qual cosa farei ingiuria a la Signoria Vostra, prolungandomi in ringraziarla di quello, che, per avere accettato i suoi doni, merito di esser ringraziato io.

Di Venezia, il 12 di settembre 1529.

XVI

A MESSER GIROLAMO AGNELLI

È cosi buono il vino che ha voluto mandargli,
che tutta Venezia ne va in estasi.

Io non voglio, fratello, parlare dei sessanta scudi dal sole, che mi avete mandati per conto del cavallo; ma dico che, se io avessi nome di santo come ho di demonio, overo se io fusse amico del papa come gli son nimico, certo la gente, nel vedermi tanta turba a l’uscio, credeva o che io facessi miracoli o che ci fusse il giubileo. E ciò mi avviene, bontá del buon vino che mi avete mandato; per la qual cosa non è oste che abbia la facenda che hanno le mie persone di casa, cominciando la mattina a l’alba a empiere i fiaschi ai servitori di quanti imbasciatori ci sono, salvo la grazia di quello di Francia, che gli