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che vi regnava apresso. Quanto saria meglio per un gran maestro il tener in casa uomini fedeli, gente libera e persone di buona volontá, senza infreggiarsi de la volpina modestia dei pedanti asini degli altrui libri, i quali, poiché hanno assassinato i morti e con le lor fatiche imparato a gracchiare, non riposano fino a tanto che non crocifiggano i vivi. E che sia il vero, la pedanteria avelenò Medici ; la pedanteria scannò il duca Alessandro; la pedanteria ha messo in castello Ravenna; e, quel che è peggio, ella ha provocata l’eresia contra la fede nostra per bocca del Lutero pedantissimo. Certo è che tutti i litterati non son vertuosi; e, quando le lettre non son versate nel gentil animo d’un nobile o d’un buono, si posson chiamar carte stracciate. Si che è differenza da un vertuoso a un cotal facchino, perché la vertú è fondata ne la pura bontá de l’intenzione, e la litteratura ne la scropulosa malignitá de la ladraria. E a un paro del Molza si può dir «vertuoso» e «litterato», onde per mezzo de la sua ottima natura, e non per i furti, è glorioso; e perciò si è sforzato inalzarvi l’onore. E un simile a Ubaldino non è vertuoso, ma litterato, e, per un continuo crepar di studio, par dotto; e di qui viene d’aver tentato d’abbassarvi la fama. Ma è sceleratezza, è superbia, è gagliofferia, che non covi negli animi felloni di si fatti pedagoghi, la cui poltroneria cerca di ricoprire col nome venerabile de la scienza vizi disonesti ? Accarezzate, signori, gli amatori de l’utile e de l’onor vostro, e obligativi con la cortesia i solleciti osservatori dei servigi che se gli commettono, stimando piú vertú in un famiglio di stalla e in uno staffieri, che tanto vive quanto il padron lo guarda, che in quante lettre fúr mai. Perché dottrina è quella di coloro che temono di far le cose brutte; e guai a la vostra ragione, se ella si trovava in mano a un di questi Ciceroni salvatichi e non di messer Giambattista Pontano! La sua si, che si può chiamar «vertú», da che lasciò la patria, la moglie, gli amici e la robba per salute de la vostra innocenza. Or ringraziamo Iddio, poiché non solo avete nei pericoli passati imparato a conoscere i sinceri dai ghiottoni, ma avete ne la perversitá de l’occorrenze sottomesso a l’arbitrio de l’intrepido animo vostro la perfidia e l’inganno