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il fare ogni cosa liberamente, lasciativi tór via il guasto de l’artellaria, e in otto giorni potrete far reina Italia, che è serva; e sia il zoppo, con cui rimarrete, invece de l’ordine del re, che mai non voleste portare al collo, perché le ferite e la perdita dei membri sono le collane e le medaglie dei famegliari di Marte. — Facciasi tosto — risposemi egli. In questo, entrarono i medici, ed, esaltando la fortezza de la deliberazion sua, terminár per la sera l’ufiício che dovevano; e, fattogli pigliar medicina, andarono a ordinare gli strumenti per ciò. Era giá ora di mangiare, quando il vomito lo assali; ed egli a me: — I segnali di Cesare! Si che bisogna pensare ad altro che a la vita. — E, ciò detto, con le man giunte, fe’ voto di andare a l’apostolo di Galizia. Ma, venendo il tempo e compariti i valorosi uomini con gii artifici atti al bisogno, dissero che si trovassero otto o dieci persone che lo tenessero, mentre la violenza del segare durava. — Neanco venti — disse egli sorridendo — mi terrebbero. — E, recatosi lá con fermissimo volto, presa la candela in mano nel far lume a se medesimo, io me ne fuggii; e, serratemi l’orecchie, sentii due voci sole, e poi chiamarmi. E, giunto a lui, mi dice: — Io son guarito! — e, voltandosi pertutto, ne faceva una gran festa. E, se non che il duca d’Urbin non vòlse, si faceva portare oltra il piede con il pezzo de la gamba, ridendosi di noi, che non potevamo sofferire di veder quello che egli aveva patito. E altro fu la sofferenza sua che quella di Alessandro e di Traiano, che fecer lieto viso nel cavarsigli il ferro piccolissimo de la freccia e nel tagliarsigli il nerbo. Insomma il dolore, che gli era scemato, due ore inanzi giorno ritornò in lui con tutte le spezie dei tormenti; e, odendomi io percuotere in fretta la camera, mi si trafisse l’anima, e, vestito in un tratto, corro lá. Ed egli, tosto che mi vidde, cominciò a dirmi che piú fastidio gli dava il pensare ai poltroni che il male, cianciando meco per rinfrancar, col non dar cura a la sua disgrazia, gli spirti circundati da l’insidie de la morte. Ma, ne l’alzarsi il di, le cose peggiorarono di modo, che egli fece testamento, nel qual dispensò molte migliaia di scudi in contanti e in robbe fra quegli che l’avevano servito e quattro giuli per la sua sepoltura;