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82 | Scritti vari |
Questa, lo credano, è abbastanza umiliata dal sapere, che io non sento il bisogno di tale soddisfazione.
Che dirò poi delle colpe attribuite al tipografo? Con siffatto puerile ed infelice ripiego il signor De Sanctis si è messo in una posizione troppo poco invidiabile. Egli ha dimostrato, e di non poter sostenere i suoi ragionamenti contro le mie risposte, e di non abborrire dal ricorrere, per rimediare ad una bugia, ad una bugia più grossa e più palese.
L’asserzione attribuita a Sozomeno che i vescovi del mezzogiorno d’Italia vollero rimettere in uso l’antica disciplina della pubblica confessione, come non c’è e non ci può essere nel suo libro 9 capo 35, che il signor De Sanctis dice essere numeri sbagliati dal tipografo, non ci può essere e non c’è neanche nel libro 7 capo 16, che sono i numeri che, com’egli afferma, dovevano essere stampati. Siamo sempre da capo. Prima eravamo mandati a cercare un fatto in un capitolo che non esiste: adesso siamo minchionati di nuovo, perchè siamo indirizzati ad un capitolo, dove il fatto non si trova. E dopo ciò il signor De Sanctis ha il coraggio di rimproverarmi di averlo incolpato di un errore materiale, che io sapeva esser tale? ?
Eh! signor De Sanctis, ella merita che io la confonda interamente, e che le faccia conoscere quale sia la morale di certi preti, affinchè possa essere paragonata colla sua. Sa ella, che mi accusa di mala fede, quali diligenze ho usato, per essere sicuro di avere ragione, quando ho detto di Lei, che cita i capitoli che non esistono, e fa contare i fatti del 459 alle storie che finiscono la loro narrazione trentacinque anni prima?
Visto che il capitolo 35 del libro 9 non esisteva, ho dato un’occhiata a tutti i capitoli dei nove libri della storia di Sozomeno nella bella edizione di Torino del 1747 e in altre otto o dieci edizioni, come ben sa il distributore della regia biblioteca al quale è toccato di andarmele a pescare per le sale e per gli scaffali, per vedere se in