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Polemiche | 67 |
articoli degli avversarii, perchè non le potranno soffrire nei nostri?
Esaminiamo dunque la lettera del sig. De Sanctis in difesa del sig. E. P., inserita nel N. 217 del 4 agosto 1867, della Favilla.
In essa, circa alla metà, è citato il capo 35 del libro 9 della storia ecclesiastica di Sozomeno, per un fatto correlativo alla decretale di Leone I, che è dell’anno 459. Ora sappiano i lettori, che il libro 9, ultimo della storia di Sozomeno, non ha che 17 capi; e che quindi il capo 35, citato dal signor De Sanctis, non esiste. Sappiamo inoltre che la storia medesima finisce un trentacinque anni almeno prima dell’epoca, per la quale lo stesso signore ne invoca la testimonianza.
Dopo ciò domando ai lettori. Vi pare che sia poco questo per un vecchio teologo, che da 32 anni a questa parte insegna teologia, storia ecclesiastica ed antichità cristiane; e che si compiace di regalare agli altri i titoli di ignoranti, di uomini di mala fede, di barattieri e di giuocolieri da bettola? Che direbbe il signor De Sanctis di me, se in qualche mio scritto scoprisse degli spropositi come questi che ha stampato lui?
Più avanti sono rimproverato di cavare le citazioni dei Padri dai corsi dei teologi confessionalisti, e di non prenderle dal loro originale, in buone edizioni. Tutte le citazioni dei Padri che si trovano nelle mie Osservazioni, tutte, nessuna eccettuata, le ho tolte, non dai corsi dei teologi, ma dagli originali. In prova di questo, a ciascuna ho apposto, oltre il titolo del libro da cui è tratta, anche il luogo e l’anno della edizione, e la pagina o colonna secondo il caso, e perfino la lettera majuscola, che nei formati grandi indica la divisione delle pagine. Dirò di più. La massima parte di queste citazioni si riferisce alla Patrologia del Migne, che è stata stampata da poco tempo, e quindi non può essere ricordata nei corsi teologici, che sono tutti più antichi di questa edizione.