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Polemiche 37

cilii da lui fatti adunare. Andremmo troppo per le lunghe. E poi il nostro discorso non ne ha bisogno per riuscire, il più che si desideri, chiaro e stringente. Le sue asserzioni l’articolista le fonda sui concilii di Tours e di Chalons (chè in quest’ordine sono disposti nel Labbeo) dell’anno 813. Ora io gli rispondo, che questi concilii lo smentiscono; e provano una volta di più le cose da noi affermate. Il concilio di Tours1, nel canone 22 (è l’unico che tratti della penitenza), per togliere l’inconveniente che i confessori non seguissero tutti le medesime regole nell’assegnare ai penitenti le pubbliche opere espiatorie, stabilisce, che convenga fissare, quale fra gli antichi libri penitenziali si debba prender per norma. Dov’è qui che si ordina la confessione segreta? Solo vi si allude, in quanto doveva essere premessa da quelli che avevano da ricevere una pubblica penitenza. Ma che è questo, se non una conferma di ciò, che abbiamo sempre detto, che nella chiesa antica c’è sempre stata la penitenza pubblica per alcuni peccati gravissimi, e che questa era preceduta dalla penitenza e dalla confessione segreta? Difatti qui il concilio insiste sull’adottare uno degli antichi libri penitenziali. Per una cosa nuova i libri antichi penitenziali non potevano servire di regola, ma solo di condanna.

Lo stesso dicasi del concilio di Chalons. Nel canone 252, dietro la considerazione che in molti luoghi non era mantenuto l’antico ordine della penitenza pubblica, dispone perchè sia dappertutto ristabilito. E nel canone 32 e seguenti, passando all’altra parte della penitenza, alla confessione in genere, mette in avvertenza di ciò, che non era secondo l’insegnamento, l’uso, lo spirito della chiesa. «Osservammo aver bisogno di essere emendato quello, ecc., così comincia il canone 32. Onde prescrive nel can. 34 e nel 38 che nelle faccende della penitenza si debba in


  1. Vedi Labbeo, op. citata, tomo IV, col. 1026.
  2. Labbeo, come sopra, col. 1036.