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282 | Scritti vari |
Ma questa grande storia del due 1,
Di questi Galli e di questi Romani,
Dei Tedeschi e dei Torlulù 2
52Che cosa conta adesso in questi anni? 3
Tra i laghi, tra il pantano
S’è purgata tutta la materia;
E l’impasto che n’è venuto fuori
56È italiano della sorte più seria.
È l’Italiano dell’Anconetta 4
Faccia franca e testa fina,
Galantuomo, per la Maceta, 5
60Sempre sghibbo 6 sera e mattina.
Intecta fronde quies.
Silenzio caro! Tace sotto il folto
Di questo verde il sole, e nel solingo
Loco la voce d’ogni uman lamento.
Solo agil ragno a me vicino intesse
5Tra fronda e fronda la sua tela, e dentro
All’alma incurïosa il pensier vago
Un sogno dolce al senso e dilettoso.
(Numero unico per Angelo Messedaglia, aprile 1902). (Versi inseritivi, riportati anche dalla Libertà, Padova, 17 aprile 1902).
- ↑ Di un’epoca antichissima.
- ↑ Uno qualunque o gente straniera, dispregiativamente.
- ↑ Al presente.
- ↑ Angolo sud-est della città di Mantova, oltre il porto delle barche, abitato e frequentato da popolani.
- ↑ Esclamazione popolare frequente, come a dire: Per Giove! Ed io poi non so che razza di personaggio o di divinità sia questa Maceta.
- ↑ Uno che non tiene nemmeno un soldo in tasca.