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20 | Scritti vari |
che ne apparirà abbastanza il valore di teologo e di storico dell’articolista, e quindi la stima da farsi delle sue elucubrazioni domenicali.
Riporterò intero, nessuna parola eccettuata, il detto articolo della confessione: meno l’ultimo capoverso, che va sopra un altro argomento e che ho dovuto lasciar fuori per non andare troppo in lungo. Il mio discorso si tiene rigorosamente a quello soltanto che è richiesto dalla presente polemica. Se a qualcheduno, leggendo, nascesse il desiderio di maggiori lumi sulla materia, non posso dirgli se non che vada in cerca dei libri che ne trattano, e ne troverà una biblioteca.
L’articolo incomincia con queste parole:
«Oggi, o lettori, non vi condurremo nella cloaca del vaticano, nè sulla tavola anatomica per mostrarvi il famoso cadavere della domenica scorsa. Ma invece tratteremo sopra il dogma che si chiama confessione, ma che in sostanza non è che uno istrumento della religione non di Cristo ma dei papi. Se non sfidati non entreremo in questioni teologiche - e questo è il preambolo, che lasciamo stare per non perderci negli accessori: poi segue l’assunto, ossia il compendio di tutto l’articolo: — ci restringeremo solo al lato storico per mostrare che la confessione — vuol dire l’auricolare — non fu istituita dal Nazareno, ma bensì fu ordinata da papa Innocenzo III nel 1215, poscia proclamata sacramento da papa Eugenio IV nel 1439; e finalmente fatta dogma di fede dal concilio di Trento.»
La confessione è stata ordinata da Innocenzo III nel 1215? Ma se voi, più avanti in questo medesimo articolo, scrivete che è stata ordinata nell’anno 813 (quattro secoli prima) nei concilii di Châlons e di Tours?
La confessione è stata ordinata da Innocenzo III nel 1215? Ma come è dunque, che gli orientali divisi da Roma, alcuni fino da otto secoli prima del 1215, tutti almeno da cento e più anni, e quindi avversi a tutto ciò,