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ecco come io ho ragionato. A fare tutti questi studi occorrono un quattro anni circa e fatti che pur siano, si è bensì ottenuta la laurea dottorale, ma non una scienza profonda di nessuna di queste materie, perchè per fare gli esami si studiano direi quasi materialmente gli scritti dei professori e certo, essendo tanta la materia, altro non si può fare. Io dunque ho detto: comincierò dalla dogmatica, la studierò con particolare attenzione ed impegno e poi farò l’esame in questa. In seguito, o si vorrà che io studi per ottenere la laurea (della quale però io non sono punto smanioso) e posso continuare lo studio delle altre scienze, o si pensa che io debba impiegare meglio il mio tempo seguitando gli studi speculativi, e posso, fatto l’esame di dogmatica, essere richiamato. Mi saluti Parocchi... e gli raccomandi di procurami gli scritti del P. Passaglia.

Ma già una settimana dopo il suo organismo aveva ricevuto tali scosse dalla rude e incostante temperatura viennese, che l’Ardigò scriveva angosciato al Martini: «Faccia in modo, Monsignore, che io possa tornare a Mantova, onde almeno, se ho da partire da questa vita, non sia senza poterla vedere». Cadeva in continui svenimenti. Il cervello andava soggetto ad aberrazioni. Sicchè l’11 ottobre, senza aspettare risposta da Mantova, partì per l’Italia, dietro parere del medico «che non poteva più, senza grave pericolo, trattenersi a Vienna».


2.


(La vita e il pensiero di R. A. - G. Marchesini, 1907, pag. 9).

L’Ardigò, poichè gli fu comunicata dal Martini la lettera che lo sospendeva a divinis... rispondeva così:

Mantova, 15 aprile 1869.


Carissimo Monsignore,

Ho letto la lettera di Roma. Senz’altro io mi ritengo sospeso a divinis fino a nuova disposizione. Mi rassegno all’ordine, che credo ingiusto e dettato, non da zelo di