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(I martiri di Belfiore, di Alessandro Luzio, 1905, vol. II, pag. 296 e seguenti).
Sfogliando il carteggio del Martini trovo un grosso pacco di lettere, su cui egli ha segnato di suo pugno: Parocchi e Ardigò... Roberto Ardigò... mandato a Vienna nell’autunno del 1854, vi si sentì a disagio e pel clima e pel genere degli studj, più atti ad ingombrare la mente con una folla di cognizioni, che non a conferirle indipendenza e maturità di pensiero.
«Trovai ― scrive il 2 ottobre al Martini — cordialissimi i superiori e buoni in generale i compagni, uno dei quali anzi (è un frate di Padova) mi ha sorpreso per la carità veramente evangelica con cui mi ha ajutato in quello che mi occorreva. Ma mi toccò la più brutta camera dello stabilimento, malinconica, senz’aria e senza luce; e non meno è grave a me di dovere, siccome ultimo di rango nello stabilimento, almeno per un mese andare a dir messa alle 11 nella cappella di Corte... Per ottenere la laurea dottorale bisogna fare quattro esami: cioè primo di studi biblici, comprendenti oltre l’archeologia, l’esegesi e l’ermeneutica, anche le lingue greca, ebraica, caldaica, arabica e siriana; secondo, di storia ecclesiastica e diritto canonico; terzo, di dogmatica; quarto, di morale e pastorale. È libero cominciare da quello che più aggrada. Ora