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18 | Scritti vari |
l’obbligo di denunziare al confessore tutti quelli che fossero in odore di eresia. E non ci smentite, o signori, perciocchè noi grideremo sempre al popolo ingannato: Aprite la storia dei concilii (autore Labbè) nel tomo undicesimo, nella parte prima, alla pagina 430, troverete un decreto del concilio di Tolosa tenuto nel 1229 il quale estende il precetto di Innocenzo III ed ordina non più la confessione una, ma tre volte all’anno per potere distruggere efficacemente l’eresia. Or che ne dite, o lettori?
Ma pure, ancora la religione dei papi non era orrida al punto che si trova oggi; la confessione era un puro decreto disciplinare, non mai un sacramento, anzi neppure vi era l’assoluzione.
Però lo Spirito Santo pensò di far eleggere dai santissimi Cardinali papa Eugenio IV, e questo nel concilio di Firenze nel 1439 fece proclamare la confessione un sacramento istituito da Gesù Cristo!!
Finalmente il famoso e gran concilio di Trento completò la confessione dichiarandola dogma di fede! e chi volontariamente morisse senza confessarsi, è condannato eternamente all’Inferno.
Ma dite, o teologi romani, tutti quelli che morirono prima del vostro concilio sono all’Inferno? se no, perchè dobbiamo andarvi noi? forse perchè lo dite voi? e via! è troppo grossolana. Preghiamo caldamente il lettore a riflettere sopra questo articolo, verificare le annotazioni e vedere se chi scrive dice la verità; fra sette giorni daremo gli effetti di questo dogma che si chiama confessione.
Ora ascolti un tale a cui domenica scorsa non piaceva l’articolo I successori di S. Pietro. Provvedetevi le celebri Provinciali di Pascal e vedrete che i gesuiti insegnarono non solo la calunnia ma qualunque sorte di delitto purchè si ottenga lo scopo, cioè di estirpare gli eretici, e noi, credeteci, siamo in quel numero (ciò vi dirà il vostro confessore), e se non ci credete, interrogate la storia, ella vi dirà che nell’ultimo secolo 326 scritti della Società di Gesù sono stati condannati, e che il parlamento di Parigi