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Articoli 229

flettesse dentro all’occhio l’immagine dagli oggetti rovesciata, e così sulla retina si ottenesse diritta. Ne veniva, come doveva aspettarmi, che gli oggetti mi apparissero rovesciati. Se non che, a poco a poco, accompagnando le immagini vedute degli oggetti con quelle delle mani e dei piedi, con ciò le andava orientando con essi, e finiva col veder diritto. Anzi, levato l’apparecchio, all’occhio rimasto libero le cose al primo momento apparivano rovesciate».

Nella seconda edizione dello stesso volume dell’anno 1897 aggiunsi al brano suddetto la nota seguente:

«A questo capoverso, che era pure nella edizione precedente del 1886, trovo di soggiungere in questa nota, che nel Congresso internazionale di Psicologia riunitosi a Monaco dai 4 al 7 agosto 1896, il signor G. M. Schatton annunciò come nuova una sua analoga esperienza. Nel numero del 15 gennaio 1897 del periodico Revue générale des sciences pures et appliquées di Parigi, in una Relazione sul Congresso medesimo, alla pag. 25 si legge quanto segue: — «Il est un groupe de recherches qui semble avoir particulièrement séduit en ce moment les psychologues... Signalons... les expériences curieuses de M.r G. M. Schatton sur la vision sans renversement de l’image rétinienne. Par un dispositif expérimental, ce savant fait apparaître à un sujet les images des objets droites: les objets naturellement paraissent retournés; mais, si l’expérience est prolongée pendant trois jours, ces images sont acceptées comme réelles et un accord nouveau s’établit assez vite entre les perceptions tactiles et visuelles». — Devo compiacermi che la mia esperienza di tanti anni fa sia stata confermata dal signor Schatton, e che, annunciata al Congresso di Monaco, la sua notizia abbia potuto avere quella diffusione, che pel mio libro non aveva potuto ottenere».

Mi scusi del disturbo che ho ardito recarle, e mi creda sempre suo dev.mo

Prof. Roberto Ardigò

(Rivista di Psicologia, Bologna, ottobre 1906).