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E, dato questo, è facile capire come si può disciplinare l’insegnamento della filosofia per avervi una certa uniformità e per escludere le inutili e dannose superfetazioni e improvvisazioni personali, e per preparale opportunamente a quella cultura superiore nella materia alla quale gli alunni volessero poi aspirare. E cioè, stabilendosi che insegnamento stesso si fissi sopra due parti, che chiamerò elementare l’una e storica l’altra. La parte elementare sarebbe quella della logica aristotelica, e, per la psicologia e l’etica, quella dei dati tradizionali della osservazione più ovvia, che le riguardano. La parte storica sarebbe quella della interpretazione speculativa variamente presentata dei dati suddetti nei sistemi filosofici massimi, che possono parere una farragine a chi ben non li conosce, ma si riducono in ultima analisi ad una gamma più breve di quella dei colori dello spettro e delle note musicali; e per una data questione poi non occorre se ne richiamino più di due o tre. Se poi si dovrà permettere che il professore illustri in modo particolare (ma sempre entro certi limiti) il sistema da lui prescelto, in ciò si avrà ancora non altro che ciò che si fa sempre da qualunque insegnante nelle scuole medie qualunque sia la materia che insegna.
(Dalla Rivista di filosofia e scienze affini, 1905).
9.
Divisi dalle religioni, la scienza ci riunirà.
Non potendo Ardigò assistere, perchè malato, al Congresso, volle però essere presente con questa pagina letta nella seduta inaugurale.
La religiosità è la forma dell’immaginare e del sentire primitivo dell’umanità: e si stampò fino dal principio in ciascuna razza, come il tipo somatico, diversamente, connaturandovisi quale sua psichicità specifica differenziante,