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214 | Scritti vari |
gersi in qualche maniera alle idee essenziali nel corso dell’anno, non devono essere soggiunte a questo immediatamente, sicchè non possa procedersi a un nuovo punto principale se non si sono esaurite prima le particolarità appartenenti al precedente. No. Sarebbe come se l’architetto, che fa eseguire una casa, volesse che, fatte le muraglie fino al primo piano, prima di mettersi a continuarle pel secondo, si intonacassero le stanze sotto e si imbiancassero, e si dipingessero, e si mettessero le finestre e le porte, e si ammobigliassero e via dicendo: che sarebbe una vera stoltezza.
Il Ministro dice che — l’Insegnante possa muoversi con saggia libertà — . Nello stesso anno il corso deve essere fatto più volte da capo, ma sempre più largamente ogni volta. L’insegnante esponga prima il quadro generale della disciplina da studiarsi, ossia i punti essenziali di essa; faccia insomma come il disegnatore, che, proponendosi di fare un quadro, prima mette giù pochi tratti onde resta abbozzato informemente. E come il pittore torna poi di nuovo sulla sua tavola aggiungendo prima alcune specialità più importanti intorno ai tratti segnati, e poi nuovo ancora con particolari più minuti intorno a ciascuna specialità, e finalmente ripassa ancora tutto per finire l’opera, così faccia il maestro: riprenda il suo insieme più volte, arricchendolo sempre più ad ogni nuova ripresa.
E non basta ancora. L’insegnante si assicuri che gli scolari tutti abbiano veramente appreso e ricordino bene i punti fondamentali. E per ottenere questo torni sopra di essi quante volte occorre, sospendendo di procedere innanzi, se è necessario, e, come dice il Ministro — concedendo agli alunni le soste che rinfrancano e invigoriscono. —
Così si otterrà lo scopo vero dell’insegnamento comune fondamentale, che è quello delle abitudini mentali, che preparano ed abilitano alla cultura superiore, come l’abitudine del camminare in genere prepara alle abilità speciali della corsa, del salto, della danza e via discorrendo.