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fittate a loro danno della loro illusione, e di una illusione dannosa, che conoscete per tale. Ma questo è egli onesto? E può una società di uomini onesti permettere che i suoi rappresentanti commettano questo atto, che si potrebbe con tutta giustizia qualificare come un atto di TRUFFA? Nessuno, crediamo, ardirebbe ammetterlo, senza professare che il giusto e l’ingiusto sono vuoti nomi privi di senso.
Ma, vista questa conclusione rigorosamente logica, potrebbero altri dire: Che paradiso d’Egitto! Le ancelle della carità fanno con volonteroso eroismo il bene degli infermi, perchè sono animate da un senso squisito e sublime di compassione per la umanità sofferente; e in quello che operano per essa non fanno altro che soddisfare all’impulso irresistibile che provano di soccorrerla. E così la Direzione dell’ospedale approfittandone viene a fare la cosa più naturale e irreprensibilmente lodevole, poichè viene a dire loro: — avete proprio questa sublime passione? Niente di meglio: venite pure, e soddisfatela, poichè così farete nello stesso tempo e il bene vostro e quello dei malati che mi premono soprattutto, e quindi della società, che benedirà voi che li curate e noi che vi abbiamo chiamate a curarli.
Se non che neanche a questo modo la cosa va così liscia per la nostra Direzione come parrebbe alla bella prima. E lo vedremo in un altro articolo.
III
Si ammette per le ancelle della carità che la lodevolissima opera loro dipenda dall’essersi l’umanità del loro cuore informata alla eroica e sublime idealità della cura amorosa per gli infermi?
E allora ne discendono queste conseguenze. Primo, ciò che può una idealità, come la menzionata, nella umanità del cuore delle Ancelle della carità, lo può del pari, assolutamente parlando, in quella del cuore anche delle persone che non appartengono, come loro, ad una