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I.
LA CONFESSIONE
Avvertenza. — La polemica intorno alla Confessione svoltasi nel 1867 nel Giornale mantovano La Favilla, per opera del sign. Eugenio Pettoello e del teologo Luigi De Sanctis, e il prete prof. R. Ardigò, venne ristampata in un opuscolo l’anno medesimo (Mantova, Stab. tip. eredi Segna).
Si avvertiva il lettore che, com’era giusto, le risposte dell’A. non vertevano che «sulle questioni intavolate dagli avversari, e perciò molte cose anche essenziali in proposito della Confessione non possono esservi state trattate. Il lettore è pregato di non dimenticarlo».
I.
Oggi, o lettori, non vi condurremo nella cloaca del Vaticano, nè sulla tavola anatomica per mostrarvi il famoso cadavere della domenica scorsa. Ma invece tratteremo sopra il dogma che si chiama confessione, ma che in sostanza non è che uno istrumento della religione non di Cristo, ma dei papi. Se non sfidati non entreremo in questioni teologiche: ci restringeremo solo al lato storico per mostrare che la confessione non fu istituita dal Nazareno, ma bensì fu ordinata da papa Innocenzo III nel 1215, poscia proclamata sacramento da papa Eugenio IV