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196 | Scritti vari |
vita sociale. È ormai volere di tutti: e questo volere si va facendo più forte ogni giorno e finirà a vincere gli ostacoli immani che ha ancora contro di sè.
Fede dunque nel bene, e l’avvenire è nostro.
E ad un grande avvenire ci inspiri e conforti la memoria di Garibaldi. Ci inspiri e ci conforti questa memoria nelle lotte della pace, nelle lotte della guerra.
C’inspiri e conforti nelle lotte della pace. La vita è un combattimento. Non ci scoraggi di vedere sorgere i diversi partiti e contrastare acerbamente fra loro. Molte volte ci parve di essere prossimi all’anarchia, quando invece alla occorrenza vedemmo le gare assopirsi, sacrificarsi i risentimenti sull’altare della patria e armonizzare i cuori in un solo volere, in quello del suo bene; come ha fatto Garibaldi, che non esitò mai, ne’ cimenti più gravi, a stendere la mano a tutti. E, come quella di Garibaldi, la nostra vita sia vita di libertà, non ciarliera, ma operosa; non la vita dell’egoismo, del godimento spensierato e snervatore, ma la vita del sacrificio per gli altri e del lavoro incessante, dal quale solo si può attingere la vera grandezza di carattere e la nobiltà e la potenza di uomo.
Ci inspiri finalmente Garibaldi e ci conforti nelle lotte della guerra.
Non illudiamoci. Abominevole brutalità è la guerra. Ma quante volte ancora la salvezza della patria non esigerà che sorgiamo armati a difenderla in battaglioni serrati! E correremo allora tutti all’appello, come corsero i bravi del Gianicolo, i mille di Marsala; e saremo prodi al pari di loro, perchè ricorderemo il supplizio di questi nostri martiri e vedremo davanti a noi la figura divinizzata di Garibaldi.
Bello e di aspetto inspirato, la chioma dorata cadente sugli omeri, la parte inferiore della faccia abbronzata coperta di barba folta e rossiccia, in testa il cappello alla calabrese con lunga penna nera di struzzo, la camicia rossa sotto il mantello bianco americano. E via davanti