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186 | Scritti vari |
ha l’ordine di dirigersi sulla via di Langres. Appena fuori della città il cannone annunziava l’imminenza del nemico. Esso aveva fatto impeto sugli avamposti, e si era spinto sul Chateau de Poully occupato dai mobili e dai mobilizzati. Muovendo da una grande fabbrica della Borgis sulla sinistra della strada, quattro compagnie della quarta brigata si accingono a forare le muraglie. I mobilizzati in prima linea cedono al vigoroso assalto dei Prussiani, i quali, con una colonna di rinforzo di dietro, si spiegano in cacciatori. Altre schiere di loro si avanzano protetti dalla ferrovia, e irrompono irresistibilmente.
Ai cannoni prussiani rispondono i pezzi di Fontaine. Garibaldi si mostra fra le palle e dalla strada dirige la lotta. I Prussiani sono in numero grande; le loro colonne d’attacco procedono formidabilmente. Alcune compagnie piegate a destra e a sinistra saettano incessanti, e le quatto compagnie dal di dietro di Borgis mantengono ben nutrito il fuoco. Veggono bensì cader tedeschi ad ogni passo, ma sentonsi pur esse decimate. Il nemico intanto avviluppa e stringe la fabbrica.
«Purchè non prendano un solo prigioniero vivo» esclama Ricciotti con accento risoluto, «il resto non importa».
Lo rassicura l’aspetto de’ suoi, ma prevede certo il morire, certissima la sconfitta. Il combattimento è già divenuto mischia di uomo con uomo. Ma si vede in quel disperato minuto venire volando dalla sinistra colla spada sguainata Canzio alla testa degli avanzi della sua quinta brigata, e i nostri moltiplicano gli sforzi e il coraggio. Canzio carica i nemici con islancio tremendo, alla bajonetta, senza contarli: la lotta si muta in una infinità di duelli, la fabbrica di Borgis è liberata, i mobilizzati riaccesi dall’esempio preclaro corrono avanti animosi, e finalmente l’eroica virtù del nemico vacilla; sicchè incalzato con vigore ancora più furioso dagli italiani e dai franchi tiratori cede terreno fra cumuli di caduti; squilla la tromba della ritirata e dà indietro combattendo e combattuto e inseguito fino a Nogent. Ma la bandiera del 61° rimase sul campo.