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Discorsi | 181 |
II.
DISCORSO DI COMMEMORAZIONE1
La fede nel bene: ecco il conforto supremo della vita nel turbine fortunoso degli eventi; ecco la virtù, onde è dato all’uomo di operare i miracoli della sua potenza.
La fede nel bene; ecco il segreto al quale dobbiamo il più grande fatto della storia degli ultimi tempi; il fatto cioè della nostra indipendenza ed unità nazionale; e che, raccolti qui oggi per celebrare la memoria di Garibaldi nell’anniversario della sua morte, ai generosi, le cui ossa son custodite in questa tomba monumentale, possiamo dire con mesta esultanza: Rallegratevi; non è più qui lo straniero, gli italiani sono un popolo solo dalle alpi al mare.
Chi l’avrebbe mai detto?
Fremo e piango e mi esalto in un sentimento di pietà sublime nel ricordarlo!
In questa piazza, davanti a quelle arcate a punta, una lunga e solida cancellata di ferro chiudeva uno spazio, dietro il quale guardavano fuori con minaccia due cannoni. E, dietro ai cannoni, file raddoppiate di soldati, allato ad una bandiera giallo-nera, alzavano, battendo insieme colle mani le armi con un colpo duro e secco, le punte lucenti ed affilate delle bajonette alla voce del co-
- ↑ Discorso letto il 2 giugno 1883 in Piazza Sordello dal Monumento dei Martiri di Belfiore. - Da un numero unico intitolato: Garibaldi.