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146 | Scritti vari |
chi! Vedete le torture che un pover uomo sempre liberale ha dovuto sopportare per divenire liberale!
Che del resto, la famiglia non colta ed il seminario non sono affatto un’attenuante per le idee reazionarie dell’oggi positivista professore. La maggior parte della generazione che ha popolato gli ergastoli di martiri, ed il campo di battaglia di cadaveri, votandosi alla redenzione ed alla unità della patria, non era cresciuta in famiglie che avessero la scienza infusa della vera filosofia, e nella scuola dei gesuiti e dei chierici non aveva appreso che i mezzi materiali per vincere la ignoranza, serbando l’anima immacolata dal pericoloso e fatale contatto.
Ma lo credereste? Mentre tutto un mondo crollava nella coscienza del nostro filosofo ed un altro a questo si sovrapponeva, e tutto ciò avveniva cogli strazi e le angosce che or ora vi ha descritte — più tardi egli aggiunge: «Tale demolizione restò per lungo tempo un sentimento vago, e diventò certezza solo all’ultimo, e tutto ad un tratto, sono ora circa due lustri soltanto».
Ma se non era che un sentimento vago, come si spiegano le ansie, le lotte, le angoscie?
Ma se era frutto di una evoluzione, come mai si rivelò tutta ad un tratto?
L’unica conclusione è che il liberalismo del protetto del Moto non rimonta che a due lustri di distanza dal 1881, ossia al 1870. Non si può dire che sia vecchio!
Da ultimo il professore conchiude con un confronto che fa molto onore davvero alla sua modestia, e nel quale egli si pone come un microcosmo, e vorrebbe che sul suo caso particolare si studiasse il fenomeno collettivo generale del pensiero umano!
Ecco come lo dice: «Meditai... sopra un fatto che sta al mio, come la rotazione di un pianeta al ritmo termico impercettibile di una molecola riscaldata. Vale a dire sul fatto immenso del pensiero umano».