Pagina:Ardigo - Scritti vari.djvu/151


Polemiche 145

Nel paragrafo successivo il professore rincara la dose sulla penosità della sua gestazione liberale: «Salde queste mie convinzioni e sacre, malgrado che, quali sono ora da ultimo, di formazione tardiva assai, e sopratutto affatto insperata».

Se sono state di formazione tardiva assai, chiaro è che il periodo liberale del nostro filosofo è ridotto a ben poca cosa.

Ma egli stesso ci dirà come non rimonti che a poco tempo prima del 70.

Intanto notiamo che mentre il processo evolutivo delle idee del prof. Ardigò, era prima consapevole, egli stesso poi dichiara che era insperata la meta alla quale è arrivato. I quali due epiteti come si conciliino tra di loro, sarebbe cosa molto ardua il poter dire!

Ma l’oratore determina le angoscie della lotta ch’egli ha dovuto sostenere nel sacrario della sua coscienza per diventar liberate, lui che era sempre stato liberale!!!

«Un edificio di idee dovuto interamente alla educazione ricevuta nella cerchia ristretta di una famiglia non colta e di un seminario ed allo studio entusiastico dei grandi rappresentanti di un periodo di coltura, da lungo tempo tramontato», questo era ciò che occupava un tempo la coscienza del prof. Ardigò.

«Io riteneva — egli seguita — che quell’edificio fosse incrollabile. In tale baldanzosa fiducia, spalancai le porte del mio spirito alle dottrine positive, colla malaccorte pretesa che le avrei trovate bugiarde...

Ma quale delusione!

Indescrivibile il tumulto nell’animo dall’apprendimento delle nuove verità. Indescrivibile l’ansia, onde ognora invano tentava di vincere la invasione sempre più poderosa delle profane idee. Indescrivibile lo strazio, l’angustia, la desolazione, in cui vissi allora per lungo tempo».

Tiriamo fuori il moccichino ed asciughiamoci gli oc-