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Polemiche | 139 |
8.° - Che poi a quelli, che lo chiamano senza conoscerlo mangia-dio e mangia-preti, risponde che non ha mai bestemmiato dio, come usano troppi di quelli che gli fanno rimprovero di non crederci, ed ha sommo rispetto per questa sublime idealità pure ritenendola una chimera; e stima e ama ancora oggi, come prima sempre, i preti che lo meritano, più che non facciano certi mangia-liberali.
Prof. Roberto Ardigò
Dopo questo, nel suo numero del 2 luglio 1883 la Gazzetta dell’Emilia, chiude un suo articolo contro il Moto col tratto seguente che mi riguarda:
Ma il povero giornale socialista ci dà l’immagine più esatta della cerva di Virgilio, la quale, ferita nel fianco, si addentra nella selva e si stropiccia agli alberi per liberarsi del dardo che sente confitto nelle carni e sempre più e più lo addentra nel vivo.
Prendendo le difese del liberalismo dell’Ardigò, il Moto pubblica una lettera di quel professore, nella quale egli nega di avere mai sostenuta la infallibilità del papa, dice anzi di averla combattuta, appena proclamata.
Prendendo atto di questa dichiarazione del reverendo... no, volevamo dire del prof. Ardigò, non risponderemo che con una cosa sola.
Si è molto disposti a dimenticare, colla memoria flebile del gerente responsabile di Parmenio Bettoli, gli scritti e le opere, che sono un rimprovero di nuovi principj o di nuove convinzioni e quei vecchi testimoni si vorrebbero cancellare o far sparire del tutto. Ma non sempre si riesce a quest’opera di eliminazione così completamente, da non lasciare traccia scritta del passato che si vorrebbe rinnegare.
È quindi assai probabile che ritorniamo e presto su questo argomento, con non troppa edificazione del Moto e del filosofo neo-liberale, il quale un tempo difendeva con tanto calore la confessione auricolare.