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III. IL LIBERALISMO DI R. ARDIGÒ 1

Il giornale di Bologna Gazzetta dell’Emilia, nel suo numero del 20 giugno 1883, in un articolo intitolato Il Moto (alludendo al giornale di Imola così denominato) conchiudeva come segue:

Ed ora per chiudere, un’altra prova di ignoranza, e questa volta storica, del Moto. Esso ci dà nientemeno che dei settari morali — rubando al divo Alfredo la frase — perchè abbiamo chiamati ex-clericali, il Ceneri, l’Ardigò, ed il Baccelli. Ma l’Ardigò sopra tutto gli sta a cuore.

Ardigò clericale, Ardigò il grande filosofo positivista! Sì, Moto carissimo: l’ateo di oggi ed il canonico di tanti anni fa, in occasione molto recente, tra il 70 ed il 71 pubblicava un’opera in latino per sostenere il dogma della infallibilità del Papa.

Il grande democratico mantovano non aveva dieci anni fa, neppure il liberalismo dei prelati di Fulda, che protestavano a nome della ragione umana, contro l’assurda teoria che provocava un moto di reazione perfino in quei reverendi e sacri personaggi.

I mitrati di Fulda erano fiori di liberali a confronto dell’Ardigò, oggi fatto mangia-preti e mangia-Dio.

  1. Polemica col giornale Gazzetta dell’Emilia.