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dute le idee di numero, di figure geometriche ecc. lo so anch’io che non si potrà più dire due e due fanno cinque e il circolo è quadrato. Ma sapete voi qual’ipotesi avete allor fatta, quale diversità introdotta nell’organismo? Quella che passa tra un uomo ragionevole, ed un bruto insensato, o pure tra un uomo di sana mente ed un matto. Lo so anch’io che allora potreste sfidarmi a fare la supposizione tanto furba che due e due fanno cinque; ma io ho ragione di chiedervi: la vostra organizzazione ha forse sofferto quella variazione che fa perdere all’uomo il miglior suo bene, quello dell’intelletto? Ne dubito molto; e quindi dimando a chiunque ha fior di senno se possa mai darsi che in uomo di sano cervello possa operarsi una tale variazione d’organizzazione fisiologica psichica da affermare che due e due fanno cinque, e il circolo è quadrato? Se si desse bisognerebbe dire che al pover uomo avesse dato di volta al cervello, e chi lo giudicasse sano sarebbe ancor più matto. Come debba poi chiamarsi chi sostiene tali assurdi come scoperte della nuova psicologia positiva, io non lo voglio ripetere, perchè l’ho detto anche troppo. Vi riverisco.

(Dal N. 21, 22 settembre 1872, del giornale Il Vessillo Cattolico).


La psicologia positiva e il vescovo signor Rota.


Finalmente Mr. Rota si è scosso; ha capito che non si poteva più a lungo far orecchie di mercante; e ha tentato, in un quarto dialogo qualche risposta.

E a quali delle mie istanze ed argomentazioni ha egli tentato di rispondere? A due delle ultime: a quella sulla certezza e all’altra sulla organizzazione.

Ma, e alle prime, che sono ancora tutte intatte, come quella delle zucche, circa le quali gli ho detto ripetutamente, che non rispondeva perchè non poteva?