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76 la loggia di or' san michele

buon senso, che l’avrebbe supposto così, se anche il Vasari non l’avesse affermato.

Prendere il buon senso come guida nei sentieri intralciati del labirinto delle ricerche storiche, specialmente se queste si occupano di tempi molto remoti, offre una qualche garanzia di sbagliare meno. Ora mi domando: la questione economica, che il governo dei nostri giorni esamina in ogni occasione di spese pubbliche con così mirabile scrupolosità, non avrebbe avuta abbastanza peso nel 1300, da indurre la Signoria di Firenze a risparmiare e tempo e quattrini, valendosi dei fondamenti già esistenti, dei pilastri già eretti? Tecnicamente sarebbe stato possibilissimo, come mi assicura uno dei più noti architetti di questa città, che i fondamenti, insieme coi primi pilastri, fossero lasciati intatti, ampliando i fondamenti quanto si richiedeva pel voluto spessore dei nuovi pilastri. E sarebbe bella, se potendo levare le pietre concie, di cui vediamo oggi composti i pilastri d’Or San Michele, ci ritrovassimo i primitivi pilastri, che ne formarono il fondamento. Si sono fatte nell’andar dei tempi parecchie scoperte, credute al principio meno possibili di questa da me accennata. Certissima però è per me l’altra opinione, che il Pilastro della Madonna, il cosiddetto Oratorio, sia stato al tempo della ricostruzione della loggia rispettato, e che soltanto, dopo che nella virtù miracolosa dell’immagine non si credette più, e la sacra pittura, per così dire, era caduta in oblio, anche questo pilastro venisse rivestito di nuove pietre.

La sorveglianza del nuovo palazzo fu dai Priori commessa ai Consoli dell’arte di Por’ Santa Maria, ovvero dell’Arte della seta, e in una petizione fatta da loro ai suddetti Priori ed al Gonfaloniere, essi espongono chiaramente il progetto dell’edifizio; parlano dei dieci pilastri esterni, che in parte in quell’anno erano finiti, della scaletta, che tolse secondo loro al relativo pilastro angolare la seconda faccia (che però in seguito si fece e perfino con una nicchia, quantunque poco profonda, in cui sino dalle feste del 1887 fu rimessa la statua di San Giorgio del Donatello, perchè