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74 | la loggia di or' san michele |
il Villani1. Si spiega perciò in qualche modo quel che del livore dei Francescani, oltre il Villani, ci attesta Guido Cavalcanti in una sua graziosa poesia, fatta prima del 1300, che dice:
«Una figura della Donna mia
S’adora, Guido, a San Michele in Orto,
Che di bella sembianza onesta e pia,
De’ peccatori è refugio e conforto;
E quale a lei divoto s’umilia
Chi più languisce, più n’ha di conforto;
Gli infermi sana, i Demon caccia via,
E gli occhi orbati fa vedere scorto:
Sana in pubblico loco gran languori:
Con reverenza la gente l’inchina:
Due luminara l’adornan di fuori;
La voce va per lontane cammina:
Ma dicon che’ è idolatra i Fra’ Minori,
Per invidia, che non è lor vicina»2.
Anche nel 1333 quest’immagine, di cui fu detto essere autore Ugolino da Siena, ma non si può provare, fu tenuta in grandissimo pregio, dal popolo e dai signori della compagnia. «A pie del pilastro della Donna nostra (ordinano i Capitoli del suddetto anno), steano sempre due casse, serrate con due serrami.... a ricevere l’offerta» (cap. XX); e quando (alcuno di coloro che stanno dentro all’oratorio a ricevere l’offerta) vi entra o escie, debbia serrare l’uscio colla chiave, sì che continuamente stea serrato» (cap. X) e sono ordinate delle «guardie de la nocte... per guardare sotto la loggia la bottega e le cose de la Compagnia» (cap. XII).
Nel 1333 dunque tutto sembra procedere in benissimo ordine: l’immagine della Madonna è venerata più che mai: quando ad un tratto, appena tre anni dopo, cioè nel 1336, la Repubblica fiorentina manda fuori un decreto, in cui si di-
- ↑ G. Villani. Op. cit., t. II, p. 362.
- ↑ Guido Cavalcanti. Rime. Firenze, 1813. p. 40, Sonetto III.