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446 notizie

(1648-1789); 4.° Rivoluzione francese e Restaurazione (1789-1815); 5,° Dalla restaurazione ai tempi nostri (1815-1860). Contiene narrazioni e considerazioni, e qualche documento. Il raccoglitore ha fatto i sommarii ai singoli periodi, e ha corredato di note i testi. La stampa è assai accurata.

— L’editore Scipione Lapi di Città di Castello, col titolo di Rara, prese a pubblicare alcuni anni fa la Biblioteca dei Bibliofili, e la incominciò ristampando il curioso libro di Francesco Priscianese, fiorentino, che tratta Del Governo della Corte di un Signore in Roma, dove si ragiona di tutto quello che al Signore e a’ suoi Cortigiani si appartiene di fare. Adesso è intorno a dar fuori due nuove opere, che saranno accolte con piacere dagli studiosi, cioè un volume di Lettere inedite storico-geografiche, scritte da alcuni Frati nel Cinquecento, e la Cronaca rimata di Giovanni Santi, padre di Raffaello, tratta per la prima volta da un codice della Biblioteca Vaticana.

G. S.


— Il sig. Francesco Giorgi ha pubblicato negli Atti e Memorie della R. Deputazione di storia patria per la Romagna (Terza serie, vol. VIII, pp. 159-195) una memoria su «Rodrigo Borgia (poi Alessandro VI) allo Studio di Bologna», che brevemente riassumiamo. - Callisto III, appena salito sulla sedia di s. Pietro, si diede ogni cura per innalzare ad alto stato la sua famiglia e specialmente i suoi due nipoti Gian Lodovico Mila e Rodrigo Lanzol, al quale diede il suo proprio nome. Il primo fece vescovo di Valenza e legato di Bologna; l’altro, sacrista e protonotario apostolico; ed ambedue mandò a studiare leggi canoniche nell’antico Studio bolognese, colla speranza che per la conoscenza di questo diritto essi avrebbero raggiunto un giorno quei sommi onori, ai quali avevano innalzato lui medesimo la vasta dottrina e la scienza profonda dei canoni della Chiesa. Vennero dunque a Bologna i due giovani il 29 giugno 1455; ed il Mila, qual legato, prese stanza nel Palazzo Pubblico; Rodrigo, nel Collegio Gregoriano. Questi, di cui si hanno allora per la prima volta notizie certe, si pose subito allo studio del diritto canonico sotto il celebre giureconsulto siciliano Andrea Barbuzza e vi si applicò assiduamente per sedici mesi. Dopo i quali, ottenuta la dispensa dal Collegio dei lettori, diede gli esami, e fu, come il Mila, approvato, o come direbbesi oggidì, laureato. Qual vita conducesse in Bologna il futuro pontefice difficile sarebbe dire; ma certo vi dovette trascorrere quei mesi in mezzo alla magnificenza, della quale amò sempre circondarsi. Egli ed il suo séguito, non meno che il cugino, furono più volte esentati dai dazi ed in altri modi beneficiati dal Senato bolognese; che, a maggiore onore, volle