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424 rassegna bibliografica

Carteggio politico di Michelangelo Castelli edito per cura di Luigi Chiala Deputato al Parlamento. - Torino, L. Roux e C. 1890-91. - Due vol. in 8°, di pp. iv-o72 e 652.

Ecco un’opera aspettata da lungo tempo con desiderio vivissimo e con la certezza che fosse per riuscire importante e curiosa, e tale è riuscita -, né si potrà scrivere la storia del risorgimento d’Italia senza sfruttarla. Son lettere in piccola parte del Castelli e per la più parte a lui de’ nostri uomini di Stato, che dal 1847 al 1875 hanno figurato sulla scena politica. Il primo volume, che dal 1.° gennaio 1847 giunge al 25 settembre 1864, contiene 576 lettere; 615 lettere si trovano a stampa nel secondo, che dal 27 settembre 1864 arriva all’8 agosto 1875. Son dunque in tutto 1191 lettere, alle quali fanno seguito, tanto nel primo, quanto nel secondo volume, parecchie appendici, ricche di documenti preziosi molto per la storia.

È la politica veduta tra le quinte, giorno per giorno; e veduta recitare da’ primi attori, da’ secondi attori e dalle comparse; la politica non d’un solo colore, ma di molti colori e sfumature. Il primo a farsi fuori è Massimo d’Azeglio, e poi vien subito Camillo Cavour, di cui il Castelli fu il più intimo amico, e col Cavour ecco Cesare Balbo, il Pinelli, Pietro Gioia, il Gallenga, Giuseppe Torelli, il Massari, il Guerrazzi, il Farini, il Rattazzi, il Minghetti, il Mamiani, poi Lorenzo Valerio, il La Farina, il Ricasoli, il Malenchini, il Lanza, il Cordova, il Gualterio, il Fanti, il Cialdini, il il Pepoli, il Matteucci, Alessandro Bixio, il Cantù, il Peruzzi, Mattia Montecchi, Giacomo Durando, il Sella, il Visconti-Venosta, l’Ollivier, il Persano, il Monzani, lo Sclopis, il Mancini, il La Marniera, il Melegari, l’Artom, Celestino e Nicomede Bianchi, Giacomo Dina, Carlo Cadorna, il Di Menale, il Ferraris, l’Ercolani, il Gerra, il Pantaleoni, il Ponza di San Martino, il Di Revel, il Vacca, Giovanni Prati, il Bardesono, il Briano, Gabrio Casati, il Boncompagni, il Brofferio, Ottaviano Vimercati, Orso Serra e più altri.

Nelle appendici si legge il carteggio tra il Ricasoli e Vittorio Emanuele in occasione della crisi ministeriale del marzo 1862, non che lettere del Thiers, del Minghetti, del Matteucci, ec.

L’indole del nostro periodico e la natura di quest’opera non ci consente di addentrarci a farne una recensione. Ci limitiamo pertanto ad additarla agli studiosi come una delle fonti più ricche e più interessanti per la storia del risorgimento nazionale, che fino a qui abbia veduto la luce.

G. S.