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i corsi e la corsica alla fine del secolo xv 391


Pure oggi, a chi voglia della condizione attuale dell’isola farsi un’idea giusta e adeguata, diversa o più vera di quella che non s’è ancora cancellata nella maggior parte, si offre agevole la via, ed opere scarse ma pregevoli bastano in gran parte all’uopo; e, a chi voglia conoscere la storia e i costumi passati nelle epiche lotte dei secoli più vicini, non è meno facile il modo, nella copia dei monumenti che ci riconducono a quelle età memorande. Forse non è così tuttavia per l’epoca che a questa precede, e chi dicesse ora a noi la coltura e la vita dell’isola sul principiare dell’età moderna, ci darebbe notizie preziose.

Per fortuna tra le memorie e descrizioni di costumi e di paesi, delle quali ha tanta e nuova ricchezza la letteratura del nostro Rinascimento, che ce ne ha lasciati splendidi modelli, anche la Corsica ha la sua parte modesta, e due documenti, fra altri, ci sono rimasti sulla vita e sui costumi dei Corsi, notevoli per la giustezza e l’imparzialità dell’osservazione e per l’accuratezza della relazione. Questi documenti, noti finora soltanto in parte, pubblichiamo ora qui per intero1.

Sono due scritti di Antonio Ivani, figliuolo di quella piccola Sarzana che dette al Rinascimento, oltre a questo nostro storico meno noto, il pontefice Nicolò V e Iacopo Bracelli, lo storiografo di Genova. L’Ivani è conosciuto sopratutto per il suo Commentariolum de Bello Volaterrano2, uno scritto che ha il pregio dell’essere composto da un testimonio oculare (fu egli cancelliere della città di Volterra dal 1466 al 1472) e di essere scritto nel puro ed elegante latino d’allora, ma ha il torto grave di essere troppo sovente un’apologia dei Fiorentini e dell’opera triste di Lorenzo de’ Medici. Dell’autore poco altro si sa. Molto peregrinò per l’Italia, restando tuttavia quasi sempre al servigio dei Fregosi che erano signori della sua Sarzana, e particolarmente di quel Lodovico Fregoso che fu con sì alterna vicenda

  1. Ne ha parlato per primo brevemente, citandone qualche brano, e senza nessun commento, il Braggio nel suo compiuto studio su Antonio Ivani (cfr. in Giornale Ligustico di archeologia, storia e letteratura, settembre e ottobre 1885).
  2. È pubblicato dal Muratori nei R. I. S., vol. XXIV. Dal citato scritto del Braggio traggo in parte le notizie sulla vita del nostro.