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il libro di antonio billi 359


Costoro dipinsono la chiesa di Faenza dove stanno le moniche, et perchè intesano che esse havevano vernaccia molto buona, et a loro dando vino assai feriale, feciono pensiero come la potessino asaggiare; et dipinsono figure smorte. Il perchè il castaldo gli domandò detta cagione, al quale risposono, che bene si potevano fare più colorite, se con qualche vino buono si spruzassino qualche volta. Il perchè il castaldo re (sic: «ne?») fece dare di detta vernaccia; et loro cominciorono a colorirle: et in tal modo n’hebbono più volte.

|fo. 76v] Et perchè a loro era dato al mangiare spesso agrumi, come sono agli et cipolle, essi facevano le figure che volgevano le spalle et celavano la faccia; furono domandati, perchè facevano le figure in tal modo volte; le quali non satisfacevano loro. Alli quali essi risposono; che non s’ammirassino perchè così fussino volte, conciosiachè, mangiando essi maestri continue detti agli et cipolle, esse figure non piaceva loro cotali fiati et però si volgevano: dimostrando loro che, mentrechè osservassino tal vita, le figure sarebono in tal modo. Et così feciono che a loro fu mutato vita, et le figure si voltorono.

Dipinsono in casa detto Nicolo Cornacchini in Camerata et in molti altri luoghi, dove si veggono molti buoni tratti.


IX. Andrea di Cione detto l’Orcagnia. Costui dipinse la cappella maggiore in S.a M.a Novella, guasta dal Ghirlandaio, della quale trasse molte belle cose.

Dipinse la Cappella delli Strozi et tavola in detta chiesa: l’inferno nella chiesa di S.a ✠ col paradiso, nel quale ritrasse Guardi messo del comune con un giglio in su la berretta, perchè lo pegnorò. Di questo Guardi ne sono discesi quelli d’Andrea di Lapo de’ Guardi.6)

|fo. 77r] Fece in marmo l’Assumptione di Nostra Donna nel tabernacolo di Orto S. Michele, dove è la sua figura di mezo rilievo col viso tondo et alquanta barba col capuccio in capo et scritto a piede nella cornice il nome suo, come Giotto, costui fece.

Dilettosi di sonetti, de quali alcuni se ne truova.

Resta de’ sua discendenti al nostro secolo uno Jacopo di Cione merciaio nel corso degli Adimari. Et haveva la casa nella Via de Corazai vecchia.


X. Giovanino da s.o Stephano a Ponte di Firenze. Costui dipinse tre cappelle in S.a Trinita, cioè una degli Schali et una al lato a essa et la terza dall’altro lato della cappella maggiore, di s.o Pagolo: et dipinse più altre cose.

XI. Maso fiorentino. Costui infra l’altre sue pitture dipinse il Duca d’Athene et i suoi seguaci nella faccia della torre del podestà di Firenze.