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338 il libro di antonio billi

Palazzo Medici-Riccardi, dal Vasari attribuita con ragione al Rossellino, perchè questa è tutta di marmo e nel suo lavoro e stile non si avvicina alla maniera di Donatello (Vedi Vasari, t. III, p. 91, nota 1.)

(44) È la fonte che negli ultimi anni stava esposta nel cortile del Museo nazionale di Firenze, e nell’anno scorso fu venduta in Inghilterra.

(45) Questi quattro Evangelisti (il Vasari dice: quattro Santi) che secondo lo Strozziano erano “in sulla cornice della croce,„ e secondo il Gaddiano “in tabernacoli nella croce,„ ornavano senza dubbio le quattro nicchie semicircolari accanto all’archivolto delle due cappelle a capo i lati settentrionale e meridionale della croce. Sono spariti da lungo tempo; il Bocchi non li ricorda più.

(46) Qui il testo di tutti e due codici parla di una sola opera, cioè il tabernacolo dell’Annunziata in Santa Croce, come se fossero due distinti lavori. Il Gaddiano all’opposto dice bene: “il tabernaculo et la Nunziata della cappella de Cavalchanti,„ correggendo il testo del Libro d’Antonio, secondo le sue proprie cognizioni intorno all’opera in questione.

(47) Il nome di Luca della Robbia qui occorre erroneamente ripetuto per sbaglio dalla riga precedente; nè lo Strozziano nè il Gaddiano non sanno niente del disegno attribuitogli dal nostro Petrei. La porta di bronzo poi che Donatello doveva fare per il Duomo di Siena, come si sa dai documenti dell’Opera del Duomo di quella città gli fu allogata nel 1457, ma egli, non sappiamo per qual cagione, appena cominciata, la lasciò stare.

(48) È di nuovo uno sbaglio del copista, se attribuisce a Michelozzo due figure nel monumento sepolcrale di Papa Giovanni XXIII. Gli altri biografi, che al pari di lui traggono la notizia di M. A. dal Libro d’Antonio Billi (Cod. Strozziano, Anon. Gaddiano e Vasari) lo rammentano solo come autore della Fede; e il Petrei stesso nella notizia su Michelozzo (vedi più avanti) non gli assegna che una sola “figura di marmo sotto il sepolcro di papa Ianni.„

(49) Questa asserzione del Libro d’Antonio viene confermata dai documenti (Vedi Vasari, t. II, pag. 402, nota 2).

(50) La statua sopradetta è quella che oggi si trova nella Cappella di S. Giovanni di quel Duomo (Vedi Vasari II, 415, n. 2). Nello Strozziano e nel Gaddiano il racconto intorno a questa opera è più disteso, senza dubbio secondo il testo del Libro d’Antonio.

(51) Vedi quanto intorno al San Giovanni tuttora esistente nel Palazzo Martelli, e alla Dovizia del Mercato vecchio da lungo tempo perita, si dice nel Vasari, t. II, p. 408 e 400.

(52) Tutte le sculture qui registrate esistono nella Chiesa del Santo a Padova. Di altre non meno celebri, come p. e. i rilievi dell’altare maggiore, pare che l’autore del Libro d’Antonio non abbia