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intorno a lodrisio crivelli 297

passo l’invettiva, con tutto ciò affermando che non rispondeva «per non combattere Achille contro Tersite». Nella lettera difende la propria vita, riassale ancora una volta Pio II, rifacendo a suo modo i rapporti con lui, nega di aver ricevuto i ducati accennati dal Crivelli, giustifica le espressioni rinfacciategli come errori, di altri invece accusando l’avversario, e afferma di aver in odio «Nicolaum Nicolum et Poggium Bambalionem et Petrum Candidum Decembrem, tres ineptissimos plane omnium nebulones foetulentissimasque cloacas cunctarum nequitiarum et turpissimae vitae sordium, te tamen, Lodrysi, ut fatuum, et amentem», ma di amare e lodare Leonardo Aretino, Guarino Veronese, Giovanni Lamola: quanto ad Ambrogio Traversari, «nihil hahes quod mihi obiicias», e «quem corvum Sulmonensem, loquaris ignoro». Curioso è il rimprovero mossogli da Lodrisio di aver chiamato i Turchi in Italia; il Filelfo risponde vantandosi che Maometto II gli rimandasse le cognate fatte prigioniere nella presa di Costantinopoli, ma nega altri rapporti: si meraviglia però che non abbia falsificate anche le lettere sue al Turco; «fecisses id confidenter, ut cetera, impudenterque, si nostrae orationis filum esprimere, pro dignitate, potuisse»1. La fine è degno coronamento di quanto precede: «Quod si me consulas, tandem aliquando redibis ad sanitatem; quod ut facias, te non solum hortor, sed rogo. Interea vero temporis, vale tu cum tua ista vel scabie vel porrigine et quibus dies atque noctes roderis voracissimis pedum gregibus. Ex Mediolano, kalendis Augustis Anno a Christi Natali MCCCCLXV».


    . Intorno a costui vedi quanto ne scrissi nello studio La storia genovese nelle poesie del Pistoia, pp. 16 e segg., Genova, Sordomuti, 188S, estr. dal Giornale Ligustico, anno XV, e cfr. pure un documento edito dall’amico Angelo Badini Confalonieri ne La Letteratura, III, 10, 15 maggio 1888, e la mia nota Un nuovo documento intorno a Lorenzo Maggiolo, p. 3, Genova, Sordomuti, 1889, estr. dal Giornale Ligustico, Anno XVI.

  1. Chi sembra chiamasse veramente i Turchi in Italia è Giorgio Trapezunzio. Ma di ciò dirò altrove, recando importanti documenti inediti.