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intorno a lodrisio crivelli 273

sua sede1, e sembra lo accompagnasse al concilio di Basilea, dove forse conobbe Enea Silvio Piccolomini e con lui strinse vincoli affettuosi di amicizia2. Fu dipoi con Francesco Marliano, il Filelfo dice come «mercenarius lihrarius», ciò che non pare troppo compatibile colla condizione cospicua del suo casato e non è forse che una malignità dell’umanista tolentinate3. Più probabilmente del Marliano sarà stato Lodrisio segretario, e segretario lo troviamo nel 1440 del successore del Capra, Francesco Piccolpasso, nella qual condizione comincia a contrarre rapporti amichevoli con Poggio Bracciolini e Pier Candido Decembrio4. Se è vera l’identificazione da me proposta, e mi par dimostrata, a partire dal 1441 egli era iscritto nel Collegio dei giureconsulti di Milano, e nell’anno scolastico 1443-44 lesse Decretali all’Università di Pavia, lasciando un documento dell’opera sua d’insegnante nelle Explanationes ricordate. Ma ad ogni modo, più che agli studi giuridici, attendeva il Crivelli ai letterari, e Francesco Filelfo vantavasi più tardi di esser stato suo maestro e be-

  1. Ughelli, Italia Sacra, t. IV, p. 254-255, Venezia, Coleto, 1719. Sul Capra veggansi ora nuove notizie in Braggio, Giacomo Braccello e l’Umanismo dei Liguri al suo tempo, pp. 140 e segg., Genova, Sordomuti, 1891, estr. dagli Atti della Soc. Lig. di St. Pat., e in Sabbadini, Biografia documentata dell’Aurispa, Noto, Zammit, 1891.
  2. Filelfo, Epistolae, 1. XXVI, n. 1, ff. 177 e 179, Venezia, MDII. Anche non ammettendo l’accusa scagliata dal Filelfo che dovesse fuggire di Basilea dopo la morte dell’Arcivescovo Capra per aver rubato il denaro lasciato dal medesimo, e che prima fosse patico di lui, non v’ha ragione per negare che Lodrisio servisse Bartolommeo e lo accompagnasse al concilio basileense.
  3. Il Filelfo, l. c., scrive infatti: «De te vero an es oblitus quam dedecore domo expulsus es a splendidissimo equite aurato Francisco Landriano, cui mercenarius librarius etc.?».
  4. Poggio, Epist. Francisco Parvopasso archiepiscopo mediolanensi, in data 24 febbraio (1440), in Epist., VIII, 15, ed. Tonelli, e in Mai, Spicilegium Romanum, t. X, p. 279-280: «Scribit Lodrisius Mattheura tuum quatuor meas epistolas ad me deferendas, qui eas nondum misit... Misit ad me Lodrisius verba quaedam scripta a Candido, quibus videtur arbitrari, quae disputaverim, an seni sit uxor ducenda, non quae prudentia aut consilium, sed fortuna aut voluntas suasorit, me scripsisse. Credo iocandi causa haec illo prolata... Et tuum Lodrisium saluta verbis meis». Anche il Filelfo però era amico del Piccolpasso. Cfr. Epist., 1. IV, f. 28 verso.