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8 le più antiche carte

di una decima nella Pieve di Condino, che doveva essere molto esigua se non se ne ricavavano che sex staria castanearum1. E, forse appunto per questo, non si hanno altre notizie dei possessi dei Signori di Stenico nelle due Pievi.

Di assai maggiore importanza erano i possessi dei Signori di Campo, cui appartenevano il Castello di Merlino e molti altri beni e diritti nella Pieve di Bono. Altrove abbiamo più particolarmente trattato dei feudi dei Da Campo nella Vallo del Chiese2; qui ci accontenteremo di ricordare che nel 1272 (doc. XVI), volendo gli uomini di Roncone e di Lardaro interdire a quelli di Bondo e di Breguzzo di lavorare nel territorio di Pradibondo, interposero l’autorità del Vescovo e quella suorum dominorum de Campo; che nel 1322 (doc. LIV) nello stesso Concilio di Roncone si fece l’inventario di una lunga serie di terre che pagavano le decime ai Nobili di Campo, e che finalmente ci è rimasta memoria di un altro inventario generale, fatto nel 1336, di tutti i beni di Graziadeo di Campo nella Pieve di Bono3. Gli atti poi del 1344 e 1350 (doc. LXXIV e LXXVIII) non sono che i primi di una raccolta di documenti, appartenenti all’Archivio comunale di Daone, che contengono le investiture concesse dai Da Campo a famiglie di Daone delle loro possessioni in Daone, Bersene e Formino4.

Non parleremo dei possessi dei Signori d’Arco, di quelli di Storo, presto scomparsi, e di quelli di Lodrone, giacchè sarebbe rifare la storia degli avvenimenti successi nella Valle del Chiese in que’ secoli; d’altra parte avremo occasione di trattarne fra breve, e per ora non ricordiamo che una carta del 1268 (doc. XV) per la quale il Comune di Lardaro riscatta da Enrico Soga d’Arco un affitto cui esso era tenuto pel possesso d’una montagna.

E, giacchè siamo a trattare dei feudatari delle due Pievi, conviene che si faccia parola anche d’un illustre Convento5,

  1. Alberti, Miscellanea, T. V, fol. 132.
  2. Merlino nelle Giudicarie e Varietà Giudicariesi II.
  3. Atto fatto a Creto il 12 dicembre. Repertorio ms. dell’Archivio Vescovile di Trento, 68, 133.
  4. Ved. sopra la nota 2.
  5. In questo tempo aveva pure molti beni nelle due Pievi il Convento di Campiglio, ma erano doni o legati dei fedeli, non concessioni feudali. Si