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delle pievi di bono e di condino nel trentino 3


I castelli di cui è provata allora l’esistenza sono: nella Pieve di Bono, Castel Romano1 presso Por e Castel Merlino2 ora, come l’omonima villa, distrutto; nella Pieve di Condino, il castello di Caramala3, presso Condino, pure distrutto, e quello di Lodrone4, ora detto volgarmente di S. Barbara. Il documento (II) del 1086 ricorda un castrum de summo lacu, che non possiamo precisare se fosse questo di Lodrone quello detto di S. Giovanni ancora esistente sopra una rupe che guarda il lago, o qualche altro, ora scomparso.

Il numero degli abitanti delle due Pievi non apparisce dalle carte; certo era assai minore dell’odierno; ma si potrebbe approssimativamente calcolare dai fuochi d’estimo, (che, se non dopo, almeno in origine dovevano corrispondere alle famiglie), e dalle persone che prendevano parte alle publicae viciniae, dove rappresentavano almeno due terzi degli individui che avevano il diritto di intervenirvi. Noi ci accontentiamo di portare alcune cifre. Nel 1335, sotto il vescovo Enrico III, la Pieve di Bono faceva fuochi 250, quella di Condino 1505; da un registro, che probabilmente appartiene pure ai tempi di cui trattiamo, apparisce che i fuochi della Pieve di Bono erano solo 200, quelli di Condino 131 1/36. Un

    non si potesse identificare con Villo, ora anch’esso distrutto, ma che dovette essere situato tra Storo e Darzo, vicino al così detto Ponte di Storo. Ci conviene finalmente ricordare che per la malaria che infieriva presso il Lago d’Idro, per l’abbassamento del livello di questo, molti gruppi di case e molte ville, fra cui Onesio e forse, se esistettero, le altre sunnominate, dovettero essere abbandonate dagli abitanti.

  1. Castel Romano è nominato per la prima volta nel doc. (XVIII) del 19 dicembre 1278. (Ved. Papaleoni, Castel Romano, Trento, 1890).
  2. Il castello di Merlino è ricordato per l’ultima volta in un documento del 1454. Vedi la nota 2 della pag. antecedente.
  3. Il castello di Caramala fu abbattuto probabilmente nel 1439. (Ved. Papaleoni, Il castello di Caramala, Trento, 1887).
  4. Il castello di Lodrone è ricordato per la prima volta nei doc. (III e IV) del 1189.
  5. Delle altre Pievi quella di Tione aveva fuochi 350, quella di Rendena 500, quella del Bleggio 200, quella del Lomaso 300 e quella del Banale 200.
  6. Lo riporta il Tovazzi Archivio Lomasino, ms. del 1797 nella Mazzettiana di Trento) sotto il titolo: Exemplum extractum ab antiquissimo registro Castri Stenici de numero focorum estimi ludicariarum etc. La Pieve di Tione faceva allora fuochi 310, quella di Rendena 400, quella del Bleggio 179 2/3, quella del Lomaso 233 1/3 e quella del Banale 156,